“Rispettare l’articolo 27 della Costituzione significa innanzitutto rispettare il detenuto, ma anche chi detenuto non è; significa dare una prospettiva anche alla sua città di provenienza, allorquando ne tornerà ad essere parte integrante. Ed un sindaco per sostenere l’obiettivo ‘recidiva zero’ può agire su due tipi di investimenti: il primo rivolto ai figli dei detenuti, che sono rimasti fuori dal carcere, ma che continuano a vivere in quartieri dove statisticamente sono indotti a delinquere e seguire le orme dei genitori. In quei quartieri c’è bisogno di investire in rigenerazione urbana e cultura, perché dove c’è una riqualificazione urbanistica c’è sempre una riqualificazione sociale. Il secondo investimento è rivolto alle persone che hanno commesso un reato e devono essere punite, ma lo Stato deve essere in grado di far respirare loro il profumo della dignità e di garantire la speranza in una vita migliore rispetto a quella offerta dalla criminalità. Ad Ercolano abbiamo raccolto l’invito del Tribunale di Napoli e del Ministero della Giustizia, che ringrazio, e in sinergia anche con il Parco Archeologico, abbiamo sottoscritto protocolli per consentire ai detenuti lavori di pubblica utilità non retribuiti anche all’interno dell’area archeologica. La vera sfida per raggiungere la ‘recidiva zero’ significa dare un’opportunità a chi non l’ha avuta; e noi sindaci siamo pronti ad affrontarla con coraggio e determinazione” – è quanto ha dichiarato Ciro Buonajuto, sindaco di Ercolano e vicepresidente nazionale dell’Anci, intervenendo al convegno ‘Recidiva zero. Studio, formazione e lavoro in carcere’, organizzato a Villa Lubin dal Consiglio Nazionale dell’Economia e del Lavoro insieme al Ministero della Giustizia.