Tavola rotonda con politici, magistrati e operatori del terzo settore 

Generare una sensibilizzazione e un confronto sulla importanza del ruolo delle famiglie e delle istituzioni come contrasto alla fragilità minorile. Tavola rotonda, nella mattinata del 4 aprile, ad Ercolano con il sindaco Ciro Buonajuto, il capo della procura dei Minori Maria De Luzemberger, il presidente del tribunale di Napoli, Elisabetta Garzo, gli operatori del terzo settore e i componenti della comunità educante del Comune di Ercolano.

Un incontro che arriva ad un anno dalla partenza del progetto PIPPI, finanziato con i fondi del PNRR, e che è servito a tracciare un primo bilancio delle attività svolte dal Comune di Ercolano e dall’Ambito Territoriale N29, nell’ambito di un progetto che si è fondato su quattro dispositivi: educativa domiciliare, per salvaguardare la qualità del rapporto genitori/figli; gruppi bambini e genitori, per promuovere momenti di confronto e condivisione sulle questioni legate all’essere famiglia insieme ad altre famiglie; partenariato tra scuola, famiglia e servizi, famiglie e operatori progettano insieme i cambiamenti che sono necessari a migliorare le condizioni di vita del bambino e della famiglia e le azioni per realizzarli; vicinanza solidale per rinvenire, anche fuori dal proprio nucleo famigliare, aiuti concreti nella quotidianità.

“Abbiamo causato danni enormi ai minori e alle famiglie alle quali abbiamo portato via i figli. Gli assistenti sociali sono visti come i cattivi perché, senza le segnalazioni, quando arrivano nelle case, trovano delle condizioni tanto disastrose che l’unica soluzione è quella di allontanare i bambini. Allontanarli dalle famiglie non serve sottolinea perché potranno anche essere più scolarizzati, ma sicuramente psicologicamente più fragili” – ha dichiarato Maria De Luzembergercapo della procura dei Minori, nel corso del suo intervento ha sottolineato anche il peso economico generato dagli allontanamenti: “Sono molti minori allontanati dalle famiglie, portato via per essere collocati in case famigli. Per questi allontanamenti i comuni, spesso, si svenano. Si parte da 80 euro, ma si può arrivare fino a 150 euro al giorno per ogni bambino. A volte capita che dalle famiglie vengano allontanati tre o quattro fratelli. Ne faccio anche un discorso economico. Questi soldi potrebbero essere investiti diversamente, aiutando le famiglie. Se no saremmo sempre uno Stato cattivo. A noi non arriveranno segnalazioni o richieste di aiuto, per non rischiare di perdere i bambini. Quando vengono allontanati, i bambini restano nelle case famiglia, mentre le famiglie con i loro problemi”.

Il presidente del tribunale di Napoli Elisabetta Garzo, invece, nel corso del suo intervento ha specificato che “ogni storia di ogni singolo ragazzo è una storia a sé. Non bisogna generalizzare, ma lavorare sinergicamente sul territorio. L’importanza delle forze istituzionali è rilevante, benché ci siano ancora pochi assistenti sociali. Molto spesso l’intervento è lento. Non è colpa loro. Il territorio è vastissimo e il numero di operatori è limitato. A volte persone di cultura elevata, utilizzano il figlio in fase di separazione per ottenere più vantaggi. Al centro, bisogna ricordare, ci sono gli interessi della famiglia e dei figli”.

Per il sindaco Ciro Buonajuto quella di Ercolano è “una iniziativa straordinaria. Il PNRR è necessario per colmare la lacuna tra il Nord e il Sud del Paese e per raggiungere questo obiettivo non servono soltanto grandi opere pubbliche e grandi infrastrutture, ma serve intervenire nelle famiglie, contro la fragilità minorile, noi vogliamo dare anche ai figli degli ultimi le stesse opportunità che hanno anche i figli delle famiglie più fortunate”.

“Il senso della giornata di oggi, che non a caso arriva ad un anno dalla partenza del progetto, è quello di porre le basi per la costruzione di una comunità educante, per fare in modo che la famiglia senta intorno a se tutti i dispositivi di intervento previsti dal progetto. PIPPI non è soltanto un progetto ma un modello operativo che stravolge il lavoro dei servizi sociali che lavorano non più su base di segnalazione, ma in un’ottica preventiva. Il progetto ha permesso in questo anno di attivare un intervento di educativa domiciliare” – ha spiegato la dottoressa Letizia Allocca referente del progetto per il Comune di Ercolano.

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