Cosa porto da questa Leopolda? I sorrisi, il ritrovarsi, la fiducia e la voglia di mettersi in gioco.

Porto con me la consapevolezza che questi tre giorni sono la risposta migliore a quella macchina del fango che ha cercato di travolgere Italia Viva.

La Leopolda è casa mia ci sono stato per 11 anni e sono consapevole che ci sarò anche l’anno prossimo, perché Italia Viva è casa mia, la casa dei riformisti è casa mia.

Perché io – e lo voglio dire ad alta voce – sono orgoglioso del governo dei Mille giorni, sono orgoglioso degli 80 euro in busta paga, solo orgoglioso della 14esima mensilità a 3,5 milioni di italiani, sono orgoglioso della legge sulle unioni civili, sono orgoglioso dei 978mila posti di lavoro con il Jobs act, sono orgoglioso del ruolo che aveva l’Italia nel mondo grazie a Matteo Renzi.

E sono sempre più convinto che il futuro del Mezzogiorno sta nel turismo, nella cultura, nella legalità, nel coraggio, nella voglia di studiare, l’unico vero ascensore sociale nel Mezzogiorno non è il reddito di cittadinanza, è l’istruzione, è la scuola.

Come giustamente ha detto Matteo Renzi chiudendo la Leopolda: “Se vedete il centro come un luogo di ambizioni personali allora non funzionerà mai, ma se lo immaginate come luogo dove si va per competere e per vincere, allora è dove si possono vincere le elezioni in Italia e nel resto del mondo”.

Il centro “è uno spazio politico che non sta nelle definizioni della vecchia politica, ma che è il luogo dove si vincono le elezioni in Europa e nel mondo”.

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